Il Mulino di Gaspar a Cavazzo
Tra i numerosi mulini del secolo scorso presenti nel comune, l’ultimo a cessare l’attività e l’unico attualmente integro rimane il mulino di Gaspare Brunetti. Si racconta che anticamente il mulino fosse tra le poche costruzioni dell’attuale borgo di Villa e che il paese vero e proprio si trovasse sull’altipiano di Douz, un colle vicino, che presenta tuttora tracce di antichi insediamenti. Per quanto riguarda la proprietà, alla fine del 1800, esisteva una società tra le famiglie “Nedalon” e Brunetti.
Il mulino, situato vicino alla roggia che attraversa il paese, non è subito individuabile dato che è nascosto dalle case. Non ci sono documenti che permettano di ricostruire con esattezza la storia del mulino e nei precedenti proprietari e, tutto ciò che si sa, è stato tramandato per via orale, di generazione in generazione. Non è possibile inoltre stabilire una data sicura di costruzione poiché l’edificio, nel corso degli anni, ha subito diverse ristrutturazioni. Ambedue le famiglie avevano diritto alla chiave del mulino per tre giorni ciascuna nel corso della settimana ed ogni proprietario utilizzava esclusivamente le proprie macine.
All’interno del mulino si osserva che la maggior parte degli ingranaggi sono costruiti in legno e da ciò si coglie immediatamente l’antichità della struttura. La ruota esterna, che un tempo era di legno, fu sostituita nel 1930, poiché usurata, con una di ferro. Il mulino rimase in funzione fino al 1964, anno in cui la roggia venne in buona parte prosciugata poiché le acque del fiume Tagliamento (di cui la roggia è una diramazione sotterranea) furono imbrigliate allo scopo di produrre energia elettrica, con conseguente abbassamento della falda idrica.
Il mulino, che ha subito ingenti danni in seguito al terremoto del 1976, è stato completamente restaurato anche nelle parti “meccaniche”.