Strada di Groviz
Con la denominazione di via del sale si è soliti riferirsi ad antichi percorsi di commercio che mettevano in comunicazione la montagna ed il Salisburghese con la pianura friulana e con il mar Adriatico: il sale infatti, utilizzato per la conservazione dei cibi, era la più preziosa delle merci trasportate dai muli o dai carri, che nel viaggio di ritorno portavano altri prodotti come lana, pelli, cuoio, vino, ecc. E’ noto che fin dalla preistoria la costa dell’Alto Adriatico era caratterizzata dalla presenza di saline; si ha notizia di quelle di Aquileia, Chioggia, Grado ed altre più a sud. Infatti le coste basse ed argillose si prestavano naturalmente ad accogliere, con le alte maree, l’acqua del mare e ad esporla ai raggi cocenti del sole.
Il Friuli ha assunto sin dall’antichità un ruolo di collegamento tra mondi e culture diverse, evidenziando tuttavia anche alcune affinità, in particolare con l’Austria, con il risultato che si sono sviluppate vie di comunicazione che collegavano il mare alla montagna friulana, Concordia Sagittaria e Venezia a Salisburgo, dette “Vie del Sale”.
La scelta del percorso però dipendeva dallo stato delle strade, dalla natura delle merci e dei mezzi di trasporto, e dalla maggiore o minore convenienza dei dazi doganali fra i diversi stati in cui era suddiviso il territorio.
Allora i tracciati di queste vie di origine romana si sviluppavano sulle alture, perché erano più dirette e stabili, più sicure dagli agguati dei briganti e che evitavano i bordi acquitrinosi dei laghi o dei torrenti, il cui guado sarebbe stato problematico essendo i ponti quasi inesistenti.
Tratti di una via del sale sono ancora visibili nella Val del Lago, in particolare quelli facilmente accessibili nei pressi del Lago di Cavazzo, lungo la strada comunale che da Alesso si snoda fino a Somplago e Cesclans. Il tragitto è breve e si percorre a piedi ma ha comunque un fascino particolare per chi ha voglia di qualcosa di insolito e avventurandosi nei boschi può capitare di scorgere fauna locale, come caprioli, volpi ecc.. Un modo suggestivo per vivere una natura ancora incontaminata, visitare luoghi inconsueti ma con una loro storia.
Il tratto che porta da Somplago a Cesclans prende il nome di “strada di Groviz” e non presenta particolari difficoltà da affrontare, anche se c’è da segnalare un minimo dislivello altimetrico (circa 150 m.).
Partendo da Somplago, dopo aver superato il ponte romano, si prosegue a destra sulla strada sterrata fino a raggiungere un tratto in salita asfaltato che si inerpica tra il greto del Rio Pusala (a sinistra) e la sovrastante roccia del Cuel Mulimiéla. La parte sommitale del percorso ritorna ad essere sterrata ed è caratterizzata da un bel tratto in quota con i caratteristici muri in pietra a secco a monte, intervallati da rocce formate da depositi alluvionali conglomeratici affioranti (ceppo norico), e a un ripido pendio alberato a valle, terminante con il greto del Rio Pusala. La strada termina a nord dell’abitato di Cesclans, dopo un tratto finale pianeggiante costeggiante campi coltivati. L’area è caratterizzata da un continuo boschivo (dove prevalgono boscaglie termofile di orniello e carpino) e la bella piana di Cesclans.