Venerdì 9 agosto, alle ore 20,30, presso la sala del Centro Servizi di Alesso di Trasaghis, verrà presentato e proiettato il documentario “La cucina nella Val del Lago”.

La storia della Val del Lago ha una trama fatta di ricordi, emozioni, di forte interesse per l’aspetto ambientale (lo dimostrano le lotte fatte negli anni per tutelare il più possibile l’integrità ambientale del territorio), per l’archeologia e la cultura dei luoghi, ma soprattutto non è una storia fatta solo di passato e di presente, ma c’è voglia di futuro e non di un futuro qualsiasi.

La gente del Lago (sia gli abitanti che la maggior parte dei visitatori) hanno un’idea ben chiara del progetto di sviluppo di questo paesaggio, che è in linea con le teorie contemporanee di pianificazione, con uno scenario di sviluppo turistico che non sia solo a basso impatto ambientale, ma che si proponga come un modello di sviluppo economico integrato a livello territoriale e che coinvolga la comunità locale in maniera attiva, sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione dell’offerta turistica. Uno scenario di sviluppo che metta al centro la comunità, cogliendo la sua voglia di mettersi in gioco e i suoi interessi diversificati, in modo che possa dimostrarsi capace di promuovere svariate attività e rendere più accattivante la visita al Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni e più attrattiva la scoperta di questo territorio nel suo insieme.

In questo contesto la cultura alimentare può svolgere un ruolo importante cercando di accrescere l’interesse delle persone per il cibo, creando consapevolezza dell’ambiente e puntando su agricolture pulite. C’è la convinzione che al turismo (sostenibile), oltre alla prevaricante funzione economica, debba essere riconosciuto anche un ruolo importante per il riequilibrio delle aree montane e per lo sviluppo dell’occupazione anche in aree marginali.

La visione di questo filmato può sorprendervi perché mette insieme passato, presente e futuro invogliandovi a credere che possa esistere un futuro migliore a queste latitudini.

Un grazie speciale va a Giulio Colomba (nostro conterraneo e cofondatore di Slow Food) che con le sue riflessioni ha integrato i racconti dei nostri ristoratori, i quali, proponendo cibo, si sono spesi per questo territorio nel tentativo di favorire un turismo consapevole.

Sperando di avervi incuriosito Vi attendiamo numerosi