Chiesetta San Candido

 

La chiesa di San Candido si trova in una posizione suggestiva, sotto la rupe di Cesclans, emerge dal verde ai piedi della parete rocciosa a strapiombo sull’abitato di Somplago. Vi è menzione della cappella già in documenti del 1300, è interessante ricordare che la consacrazione a San Candido è un fatto unico e singolare nell’arcidiocesi di Udine. Si tratta di una costruzione di piccole dimensioni dalle linee semplici, sorta in due tempi: l’aula rettangolare è di epoca romanica, sorta probabilmente sotto l’influsso benedettino dell’Abbazia di Moggio. Verso la metà del XV secolo il sacello romanico venne trasformato in una chiesetta gotica in stile carinziano, decorata ed affrescata. Nel rifacimento quattrocentesco l’aula fu ampliata con l’aggiunta di un presbiterio poligonale con travi a vista, e di un atrio basso con due arcate gotiche centrali ineguali e due laterali su cui un tempo poggiava la torre campanaria che s’innestava nel portico.

Si può notare la piccola abside con volta stellata divisa in losanghe, e i peducci di pietra sagomati in foggia di teste umane. La parte romanica è costituita da murature di grosse pietre squadrate, mentre quella del coro da pietre di minor mole. La chiesa è stata pesantemente danneggiata dal terremoto del 1928, in seguito al quale fu lasciata in stato di abbandono fino al sopraggiungere della seconda guerra mondiale. Nel 1959, grazie all’interessamento della S.A.D.E. (Società Adriatica di Elettricità – Gestrice della Centrale idroelettrica di Somplago), vennero completati gli interventi di recupero della chiesetta, guidati dal restauratore Gino Marchetot della Soprintendenza ai Monumenti. Contemporaneamente furono commissionati al pittore e scultore triestino Carlo Sbisà un ciclo della Via Crucis. La chiesa fu nuovamente lesionata a seguito del terremoto del 1976 e restaurata grazie alla generosità degli ex alpini di Bergamo nel 1982. Le opere un tempo qui conservate sono depositate nella chiesa di Somplago.