Il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni
Il Lago è il maggiore della Regione Friuli Venezia Giulia ed è anche un lago naturale, di origine glaciale, meta preferita di turisti ed amanti della natura anche di fuori regione. Posto all’altitudine di 195 metri sul livello del mare, è delimitato dal monte San Simeone a nord-est, dal massiccio del monte Faéit a ovest e dalla piana di Alesso a sud ed ha una superficie di kmq. 1.18 ed una profondità massima di m. 39.
Il nome storico del lago deriva dall’antica vedetta romana castrum Cabatium che sorgeva sulla rupe di Cesclans, ove attualmente si trova la Pieve di Santo Stefano.
Vi sono interessati per territorio i comuni di Trasaghis, Bordano e Cavazzo Carnico. È di facile accesso e una strada asfaltata ne percorre l’intero periplo offrendo bei panorami della valle. La località è molto tranquilla e di notevole pregio paesaggistico. Numerosi servizi, ristoranti, parco giochi, nautica da diporto, campeggi, rendono il lago molto accogliente, offrendo al turista un soggiorno soddisfacente. Da Avasinis, Alesso, Interneppo e Somplago si può accedere a numerosi sentieri per escursioni sulle nostre montagne circostanti dalle quali si possono ammirare stupendi panorami sull’intero Friuli.
Molti sono gli sport praticabili sul lago, dalla canoa al windsurf e per chi vuole godersi del sano relax le rive offrono passeggiate e tranquille gite in barca durante le quali è possibile incontrare anatre e volatili che nidificano nel caratteristico canneto situato nella zona sud del lago.
Il clima temperato ed il continuo apporto idrico di numerosi torrenti che lo alimentano, avevano contribuito al determinarsi di una condizione biologica favorevole allo sviluppo della fauna ittica.
Sulla pratica della pesca nel lago si hanno notizie risalenti al 1212, anno in cui il Patriarca di Aquileia, Volchero, infeudò il lago di “Cavacio” al nobile Ottone di Gemona alla condizione, tra le altre, che egli fornisse di pesce le mense patriarcali.
Nei secoli successivi la fama dei prodotti ittici del lago aumentò e fu magnificata in tutta la regione da Jacopo Valvasone di Maniago (1560), da Francesco Palladio degli Olivi (1660), da Nicolò Grassi (1732). Scriveva Francesco Palladio degli Olivi nelle sue Historie del Friuli: «Il lago di Cavacio nella Cargna produce trutte, anguille in abbondanza e tinche delle migliori che si trovino».
Fino ai primi anni del Novecento diverse famiglie di Somplago e Alesso vivevano unicamente di pesca. , e più frequentemente le loro mogli, della Carnia e del Canale Del Ferro, dopo averlo mantenuto vivo nel lago dentro cassoni forati (a quei tempi non c’erano frigoriferi e ghiaccio secco). Si ricorda infine che i vari arnesi per la pesca ed anche le barche (a Somplago erano diverse da quelle di Alesso) venivano costruite sul posto.
Nel 1957, con l’attivazione della centrale idroelettrica di Somplago, che quotidianamente immette nel lago notevoli quantità di acqua fredda, si sono determinati profondi cambiamenti ambientali e biologici, causando la riduzione dell’ittiofauna sia come consistenza che come numero di specie. Sono state in ogni caso periodicamente effettuate delle immissioni di pesce (soprattutto trote) ed a Somplago è avviato un centro ittico finalizzato alla riproduzione ed alla successiva reintroduzione delle diverse varietà.
In questi ultimi anni – nonostante gli sconvolgimenti arrecati al lago dalla centrale idroelettrica e dal passaggio del viadotto dell’autostrada (anni ‘70) – la realizzazione di efficienti strutture turistiche, l’organizzazione di manifestazioni culturali e ricreative, la possibilità di effettuare diversi sport d’acqua (pesca, nuoto, vela, canottaggio, windsurf…) – la bellezza e la tranquillità del lago richiamano, soprattutto nel periodo estivo, una buona affluenza di gitanti.
Le specie ittiche presenti pare siano 14 e precisamente: Alborella, Anguilla, Carpa, Cavedano, Coregone, Persico reale, Sanguinerola, Salmerino, Scardola, Scazzone, Spinarello, Tinca, Trota fario, Trota iridea. Carpe, Tinche ed Anguille sono specie tipiche di acque tiepide. La loro riproduzione non sarebbe possibile nelle fredde acque del lago, se non avessero la possibilità di trovare riparo nel folto canneto della sponda meridionale dove le acque basse e stagnanti offrono loro un ideale habitat riproduttivo.
Nei canneti del lago si rifugiano e nidificano alcune specie di uccelli quali: il Tarabuso, il Tarabusino, il Germano reale, il Tuffetto, la Folaga. Stanziali anche la Gallinella d’acqua ed il Martin Pescatore. Durante la stagione del passo compaiono Aironi, Alzavole, Cormorani, Gabbiani, Oche granaiole.