Il naturale completamento di un simposio di scultura riteniamo sia la realizzazione di un cantiere della conoscenza, in questo caso dedicato alle abilità degli scalpellini, mestiere un tempo diffuso in queste zone.

“Scultori senza arte” è stato spesso l’appellativo con il quale gli scalpellini venivano additati, spesso definiti come taglia pietra capaci solo di realizzare opere in serie. L’unica arte che gli veniva attribuita era quella relativa alla conoscenza del materiale che trasformavano. Questi scultori senza arte però sono quelli che hanno contribuito a realizzare le nostre case, i nostri centri urbani, rendendosi protagonisti anche nella realizzazione di fontane, pilastri, capitelli, prodotti lavorati di indubbio pregio, specie se confrontati con quelli realizzabili oggi con i mezzi di cui attualmente disponiamo.

Quello che sovente si dimentica sono le loro condizioni lavorative e l’uso di strumenti pesanti e di poca praticità a cui erano vincolati. Lo scalpellinare era un lavoro che comportava un enorme utilizzo di energie, soprattutto fisiche, le quali, inevitabilmente, creavano problemi alle mani e/o alla schiena.

Tra gli scalpellini esistevano specializzazioni differenti, molti erano quelli capaci di realizzare classici prodotti edili derivati dalla lavorazione della pietra; alcuni, forse i più abili, riuscivano anche a creare manufatti per usi diversi, come potevano essere quelli per la casa, per la cucina, per l’erboristeria, ecc..

Oggi queste professionalità sono quasi del tutto scomparse. Le cause sono da collegare al progresso tecnologico, se prima il lavoro dello scalpellino aveva i suoi tempi e i suoi standard di qualità, oggi, le macchine riescono a replicare, quasi totalmente, tali standard, di fatto rendendo la figura dello scalpellino ormai superata.

Al giorno d’oggi è una professione di nicchia, in grado di soddisfare clienti più esigenti e certamente amanti di un mestiere antico, in grado cioè di apprezzare le capacità manuali, anche pagando prezzi un po’ fuori mercato.

L’idea di proporre, per l’estate, delle attività di apprendimento della tradizione scalpellina, rivolte a ragazzi/e ma anche a persone di ogni età, crediamo sia importante perché consente di approfondire la conoscenza di questa arte e più in generale della pietra, di scoprire le storie, gli aneddoti, le statistiche, le leggende, i personaggi, che animano o hanno animato questo settore.

Chi condurrà questi cantieri saprà documentare il contesto sociale ed ambientale della valle, contribuendo ad arricchire il patrimonio documentario della zona, oltre a fornire spunti per il futuro visitatore, sia quello fruitore dell’iniziativa ecomuseale che quello interessato esclusivamente all’aspetto turistico ricreativo del territorio.

Il corso di scultura “scalpelli alla mano” comprenderà una breve parte teorica nella quale verranno fornite le nozioni base per realizzare una scultura o un ornamento su pietra. La parte pratica vedrà i corsisti impegnati nella realizzazione di un bassorilievo su cemento soffiato (gasbeton), utilizzando attrezzi classici a mano, scalpelli e mazzuoli.

Alcuni dati del corso:

Il luogo: Centro visite del Parco botanico di Interneppo

I partecipanti: massimo 12 persone

Le date:

sabato 17 agosto dalle ore 9,00 13,00

domenica 18 agosto dalle ore 9,00 13,00

mercoledì 21 agosto dalle ore 9,00 13,00

venerdì 23 agosto dalle ore 9,00 13,00

sabato 24 agosto dalle 14,00 alle 18,00

Tutti i partecipanti dovranno munirsi di martello in gomma o mazzuolo in legno, mascherina antipolvere e occhiali protettivi.

Per partecipare al corso occorre iscriversi, compilando il seguente modulo ed inviandolo all’indirizzo mail dell’Ecomuseo, fino al raggiungimento del numero massimo consentito.

 

Richiesta partecipazione ai corsi di scultura